

AZIENDA: Dalla lungimiranza di Giovanni Maria Cherchi, l'azienda che porta il suo nome si pone come espressione storica di territorialità. Pioniere dell'audace recupero del vitigno autoctono "Cagnulari", Cherchi è riuscito a rimettere sul mercato un'uva a rischio di estinzione. L'impegno e la costanza del loro lavoro si vede nei riflessi della difficoltà che la vinificazione di questa particolare uva comporta, essendo delicata e fragile dal punto di vista della resistenza alle intemperie. Se trattata con la cura che assicura il produttore, essa coniuga un risultato sorprendente di spezie e mineralità, equilibrato e addolcito dai terreni argillosi. Dagli anni 80 contribuisce alla crescita del territorio di Usini, non lontano da Sassari, diventando ai giorni nostri un riferimento culturale imprescindibile.
VINIFICAZIONE: Da uve Cagnulari in purezza, il vino è l'espressione di questa antica uva autoctona sarda. L'attenzione si può concentrare sulle caratteristiche del frutto: delicato, dalla buccia sottile, facilmente soggetto all'attacco di muffe ed estremamente sensibile alle intemperie. Di fronte a uve più resistenti, il Cagnulari ha rischiato di estinguersi. Perciò la bontà di questo vino, affinato sia in acciaio che in botti di rovere, espressiva di mineralità e speziatura, si evince dall'audacia e dall'impegno che necessita la sua difficile coltivazione. Un recupero inestimabile, grazie al quale Giovanni Cherchi, soprannominato l' "uomo del monte", è riuscito a risaltare e a dare onore al territorio di Usini.
Abbinamenti: Con 13,5 gradi alcolici, il Cagnulari si accompagna con primi piatti al sugo e carni, ma la particolarità dell'uva permette anche di provarlo a zuppe e grigliate di pesce. Tra i 16 e i 18 gradi è al massimo dell'espressività.